Milano, 16 dicembre 2009
Siamo al Green economy due.
Dopo il workshop di maggio di quest’anno abbiamo sentito la necessità di allargare gli orizzonti. Il nostro evento coincide non casualmente con la Conferenza mondiale sul clima di Copenhagen quando, è l’auspicio, saranno varati i nuovi parametri di Kyoto. Inoltre il nostro Osservatorio Istud – Green economy sta muovendo i primi passi e infatti è uscito in collaborazione con Mondadori Università il primo di una serie di volumi dedicati, tra gli altri, ai temi dell’economia verde. Green economy è ovunque. E’ utilizzata nelle più disparate declinazioni. E’ un comportamento, uno stile di vita. In collaborazione con la Rappresentanza a Milano della Commissione Europea è iniziato questo intenso lavoro di composizione di diverse testimonianze che ci rendono l’idea di come il nostro rapporto con l’ambiente sta cambiando.Le energie rinnovabili non sono solo l’eolico o il solare: si va dal cellulare ecologico di prossima generazione alle auto super ibride con la riduzione d’emissione di anidride carbonica. Anche la moda è Ethical Fashion: dai fi lati misti con cachemire e carta ai tessuti privi di tinture chimiche. Bastano alcuni gesti nella nostra vita quotidiana di tutti i giorni. Ad esempio sostituire le vecchie finestre con degli spifferi ovunque: ci sono il 55% d’incentivi statali e si risparmia 300 euro l’anno di riscaldamento. Il rischio clima è cresciuto in fretta ma le tecnologie per contrastarlo di più.
Nella sterminata provincia italiana ci sono esempi di ‘rinnovabili’: da chi riscalda l’ospedale con le biomasse a chi ha installato sul tetto una lenzuolata di pannelli fotovoltaici. A Settimo Torinese sta nascendo un quartiere con case che costano mille euro al metro quadro: con il sole, il vento e la pioggia produrranno più energia di quanto ne consumano. Con l’eccedenza pagano il mutuo. A Follonica in provincia di Grosseto sono state realizzate 20 abitazioni riscaldate e raffreddate con l’energia della terra (geotermia a bassa entalpia): chi li abiterà non pagherà un cent di bollette.
Ma l’economia verde non serve solo al minore impatto ambientale, ma anche a creare nuovi posti di lavoro, quindi a rimettere in moto l’economia senza propugnare programmi di ritorni all’economia medievale. La Green (and sustainable) economy è education e business insieme.
Green job, good job. Da qui al 2020 saranno creati 2,8 milioni di posti di lavoro. Il nostro futuro, afferma l’economista Rifkin, vedrà la convergenza tra la rivoluzione della comunicazione di seconda generazione con la rivoluzione di nuove forme d’energia distribuita. Questa è la terza rivoluzione industriale.