I debiti del Covid e la Spagna del Siglo de Oro: una storia lontana che ci tocca da vicino
Il grande progetto denominato Next Generation EU, che l’Unione Europea ha varato per far fronte all’emergenza della pandemia di Covid -19, non rappresenta soltanto una tappa storica nel processo di integrazione europea, ma costituisce un’occasione unica per rimettere mano alla politica di bilancio comunitaria e, contestualmente, alle restrizioni imposte agli Stati con l’ormai celebre Patto di Stabilità. La pandemia, come è noto, ha reso de facto insostenibile il rispetto di quei parametri che erano stati fissati a Maastricht, quali pilastri dell’Unione Economico Monetaria, e che fissavano dei limiti ben precisi alle politiche economiche espansive degli Stati membri:
- 3% come soglia massima del rapporto deficit/PIL;
- 3% come soglia massima del tasso di inflazione;
- 60% come obiettivo ottimale “a tendere” del rapporto debito pubblico/PIL.
La Spagna asburgica, non tanto quella di Carlo V, quanto quella del suo erede, Filippo II, noto come “el rey prudente”, ci offre un esempio probabilmente unico di mala gestio delle finanze pubbliche, un esempio che è tanto interessante ed illuminante, anche per l’attualità che abbiamo precedentemente richiamato. Il caso spagnolo è interessante per due motivi:
- il primo è che illustra molto bene come una politica poco accorta nella gestione della tesoreria e nello sviluppo, attraverso adeguati investimenti, degli asset imprenditoriali strategici di un’economia possa in breve tempo condurre un paese florido e prospero nella più incredibile sequenza di bancarotte della storia moderna;
- il secondo è che ci offre alcune soluzioni, come la celebre conversione dei debiti a breve in debiti a lungo termine (gli asientos in juros), che per alcuni versi tornano oggi attuali e vengono guardate con un certo interesse dalla stessa Commissione Europea.
Tommaso Limonta
Laurea in Storia Moderna presso l’Università degli Studi di Milano, Master in International Affairs presso l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) di Milano, Master in Business Management (ILA) presso ISTUD. In qualità di collaboratore scientifico, ha collaborato per tre anni (2005-2008) con il Centro Italo-Tedesco Villa Vigoni, specializzandosi sui temi delle relazioni economiche e culturali fra Italia e Germania. Presso ISTUD si occupa di ricerca nell’area dell’organizzazione e dei progetti finanziati internazionali (LLP ed Erasmus +), con particolare riferimento ai temi della multiculturalità e dell’applicazione della prospettiva storica agli studi organizzativi. In questa veste è responsabile dal 2008 del percorso formativo denominato “Analogie, lezioni per manager” che si propone di utilizzare la metodologia analogica per la formazione e la crescita professionale dei livelli dirigenziali. Ha collaborato con l’Area Sanità della Fondazione, con particolare riguardo all’utilizzo dell’approccio narrativo negli studi di ricerca applicata.